La storia criminale italiana, sebbene non paragonabile ad altri paesi per numero di casi, presenta alcuni esempi notevoli di serial killer. È importante ricordare che l'analisi di questi casi è complessa e necessita di un approccio multidisciplinare, che consideri aspetti psicologici, sociali e criminologici.
Ecco una breve panoramica di alcuni casi significativi:
Leonarda Cianciulli (la "Saponificatrice di Correggio"): Probabilmente la serial killer italiana più famosa. Uccise tre donne tra il 1939 e il 1940, trasformandole in sapone e altri prodotti. Il movente era la credenza di proteggere il figlio durante la Seconda Guerra Mondiale tramite sacrifici umani.
Donato Bilancia: Commise una serie di omicidi tra il 1997 e il 1998, colpendo prostitute, cambiavalute e vigilantes in Liguria e Piemonte. Fu soprannominato "il mostro della Liguria".
Gianfranco Stevanin: Uccise e smembrò diverse prostitute tra il 1994 e il 1995 nella zona di Terrazzo (Verona).
Il Mostro di Firenze: Un caso irrisolto che ha terrorizzato la Toscana tra il 1968 e il 1985. Furono assassinati otto coppie di fidanzati appartate in luoghi isolati. L'identità del colpevole o dei colpevoli rimane sconosciuta, generando numerose teorie e speculazioni.
Stefano Binda: Condannato (e poi assolto in appello) per l'omicidio di Lidia Macchi, avvenuto nel 1987 a Cittiglio (Varese). Il caso è controverso e ha sollevato dubbi sulla sua colpevolezza.
È fondamentale notare che questa è solo una breve lista e che la definizione di "serial killer" può essere soggetta a diverse interpretazioni. La ricerca criminologica continua ad approfondire la comprensione di questi fenomeni complessi.
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